Sulla rivista Persona e Mercato l’avvocato Salvatore Orlando esamina la disciplina del GDPR sul c.d. consenso privacy promuovendone una lettura funzionale.
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Al fine di individuare una base adeguata allo studio e al governo del fenomeno della
c.d. monetizzazione dei dati personali, l’a. esamina la disciplina del GDPR sul c.d. consenso privacy promuovendone una lettura funzionale.
L’a. intende dimostrare che una simile prospettiva – che presuppone l’abbandono della concezione meramente autorizzatoria del consenso privacy, in favore di una sua qualificazione in termini di atto di autonomia privata, più aderente al vasto sistema dell’erigendo diritto europeo dei dati – non solo non comporta un pericolo per i diritti fondamentali dell’interessato, ma, al contrario, consente una loro più efficace protezione.
In particolare, l’a. argomenta che la prospettiva funzionale consente e impone di vedere le ragioni tipiche degli interessati e quelle di favore del legislatore verso certe finalità del trattamento dei dati personali (funzioni lecite), e, al contempo, di disegnare i limiti dell’area dell’autonomia privata in termini di reazione giuridica a finalità lesive di diritti fondamentali e di interessi superindividuali, ossia della collettività (funzioni illecite).
La prospettiva funzionale, osserva l’a., sembra ulteriormente necessaria nel quadro dell’erigendo diritto europeo dei dati, nel quale si delinea ormai con nettezza un divieto di uso dei dati personali con finalità o effetti distorsivi del comportamento delle persone e con finalità o effetti discriminatori.
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