La terribile notizia di un ragazzo, poco più che quattordicenne, che decide di togliersi la vita e il “j’accuse” della madre – convinta che ad indurre il proprio figlio ad un simile gesto sia stato un chatbot che consente agli utenti di interagire con personaggi creati con l’intelligenza artificiale – nei confronti della società che ha realizzato tale applicativo (Charachter AI), inducono a riflessioni su diversi piani.

Ci si può domandare se effettivamente siamo di fronte ad un rischio nuovo ed inedito per bambini ed adolescenti, o se, invece, è solo un nuovo capitolo di una tragica storia di abusi della tecnologia che si ripete.

Massimiliano Pappalardo, nel suo articolo a firma per Il Quotidiano Giuridico di Altalex, analizza le protezioni introdotte dall’AI Act per limitare i rischi che possono essere generati dalle relazioni sintetiche.

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